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LA STORIA DELL'ERBORISTERIA - CAPITOLO 3. MONASTERI E TRADIZIONI POPOLARI

Immagine del redattore: Lotus ErboristeriaLotus Erboristeria

📜L’Erboristeria nel Medioevo – Sapienza, Spiritualità e Persecuzione

Un sapere custodito tra le mura dei monasteri

Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, l’Europa entrò in un periodo di profonda instabilità. Guerre, carestie e pestilenze segnarono secoli di trasformazioni, ma una cosa non cambiò: il bisogno dell’uomo di curarsi con ciò che la natura offriva. In un’epoca in cui la medicina era spesso inaccessibile per la maggior parte della popolazione, l’erboristeria trovò rifugio nei monasteri, che divennero i veri custodi del sapere botanico.

I monaci non si limitavano a trascrivere antichi testi medici, ma coltivavano piante officinali nei loro orti, sperimentavano nuove preparazioni e tramandavano conoscenze che sarebbero state fondamentali nei secoli a venire. Figure come Ildegarda di Bingen, monaca benedettina del XII secolo, non solo studiavano le erbe, ma integravano la medicina con la spiritualità, attribuendo alle piante non solo proprietà terapeutiche, ma anche significati simbolici.

L’erboristeria medievale era profondamente influenzata dalla filosofia aristotelica e dalla medicina galenica, basata sulla teoria degli umori. Ogni pianta veniva classificata in base alle sue qualità (calda, fredda, secca, umida) e prescritta in base all’equilibrio da ristabilire nel corpo del malato. Questo sapere, trasmesso di generazione in generazione, sopravvisse per secoli e ancora oggi alcune delle piante usate all’epoca – come la salvia, la melissa e la menta – sono rimaste pilastri della fitoterapia moderna.


Le donne guaritrici: tra cura e persecuzione

Accanto ai monaci, esisteva un’altra figura centrale nell’erboristeria medievale: la guaritrice. Spesso donne di umili origini, ma con una conoscenza straordinaria delle erbe e del corpo umano, le guaritrici offrivano il loro aiuto a chi non poteva permettersi i rimedi costosi della medicina ufficiale. Erano levatrici, speziale, erboriste, e il loro sapere derivava da tradizioni orali tramandate da madre in figlia.

Queste donne conoscevano il potere di piante come la valeriana per calmare il sistema nervoso, l’artiglio del diavolo per lenire i dolori articolari, e il biancospino per sostenere il cuore. Tuttavia, la loro autonomia e la loro sapienza le rendevano scomode agli occhi della Chiesa e delle istituzioni. Spesso venivano accusate di praticare arti oscure e, con l’avvento dell’Inquisizione, molte di loro finirono sul rogo, bollate come “streghe bianche”.

Il Malleus Maleficarum, tristemente noto manuale della caccia alle streghe pubblicato nel 1487, contribuì a diffondere l’idea che le donne che usavano le erbe per curare fossero in realtà al servizio del male. Questo portò a una feroce repressione che colpì centinaia di erboriste in tutta Europa. Eppure, nonostante le persecuzioni, il loro sapere non andò perduto: continuò a sopravvivere nei villaggi, nascosto nelle pratiche delle ostetriche e nelle preparazioni dei rimedi popolari.


L’eredità medievale nell’erboristeria di oggi

L’erboristeria medievale ha lasciato un segno profondo nella nostra cultura. I monasteri gettarono le basi per la nascita dei primi orti botanici, mentre il sapere delle guaritrici si intrecciò con la medicina popolare che ancora oggi resiste in molte parti del mondo.

Alcune pratiche medievali sono arrivate fino a noi:

🌿 L’uso delle tisane e decotti come rimedi naturali.

📜 La classificazione delle piante in base agli effetti sugli umori, precursore dell’attuale fitoterapia energetica.

🏺 L’impiego di oli essenziali e unguenti per lenire dolori e infiammazioni.

Oggi guardiamo a quel periodo con una nuova consapevolezza: ciò che un tempo era visto come magia, oggi è confermato dalla scienza. Molte delle erbe utilizzate dai monaci e dalle guaritrici sono state studiate e apprezzate per le loro reali proprietà terapeutiche. Il Medioevo, con il suo misto di fede, scienza e superstizione, ha dunque rappresentato un ponte fondamentale tra l’antica erboristeria e la fitoterapia moderna.


🏺 Curiosità storiche

🌿 Il "Giardino dei Semplici". Nei monasteri medievali, gli orti botanici erano chiamati “Hortus Simplicium” (Giardino dei Semplici) perché vi si coltivavano piante officinali considerate "semplici rimedi", ovvero non mescolate con altre sostanze. Alcuni di questi giardini esistono ancora oggi, come quello dell’Abbazia di Montecassino in Italia.

🍺 La birra medicinale dei monaci. Oltre al vino, i monaci producevano birre erboristiche, arricchite con erbe come ginepro, mirto o achillea, usate per stimolare la digestione o combattere le infezioni. Alcuni ordini monastici ancora oggi tramandano questa tradizione, come i monaci trappisti.

🔥 L’"erba delle streghe". Alcune piante come l’atropa belladonna, la mandragora e il giusquiamo venivano utilizzate per le loro proprietà analgesiche e antispasmodiche, ma il loro effetto allucinogeno le rese sospette agli occhi dell’Inquisizione. Vennero spesso vietate e considerate strumenti di magia nera.

💊 Le guaritrici e l’antenato dell’aspirina. Molte guaritrici medievali usavano la corteccia del salice per alleviare febbre e dolori, senza sapere che questa conteneva acido salicilico, il principio attivo da cui sarebbe nata l’aspirina secoli dopo. Ironia della sorte, le loro conoscenze furono a lungo perseguitate, eppure oggi la scienza ha confermato molte delle loro intuizioni.

🌕 La Luna e la raccolta delle erbe. Nel Medioevo si credeva che la fase lunare influenzasse l’efficacia delle piante medicinali. Le guaritrici raccoglievano le erbe sotto la luna piena, ritenendo che in quel momento fossero più potenti. Questa tradizione si ritrova ancora oggi in alcune pratiche di erboristeria tradizionale.

📜 I primi "ricettari erboristici". I monaci amanuensi non solo trascrivevano testi religiosi, ma anche antichi trattati di medicina e botanica. Tra i più famosi c’è il "De Materia Medica" di Dioscoride (I sec. d.C.), considerato il primo grande compendio di piante medicinali, usato per secoli come riferimento in tutta Europa.

🦉 Le "streghe bianche" e gli animali guida. Le guaritrici venivano spesso rappresentate con civette o gufi accanto, simbolo di saggezza e conoscenza segreta. Questo le rese bersagli dell’Inquisizione, poiché la civetta era anche associata alla magia e alle arti occulte.

⚖️ La bilancia dell’alchimista. Gli speziali e gli erboristi medievali usavano bilance di precisione per dosare erbe e minerali. Alcuni ritenevano che il perfetto equilibrio delle miscele fosse guidato dagli astri, motivo per cui molte farmacie antiche hanno ancora oggi simboli zodiacali incisi sulle facciate.

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