ðŸŽðŸŒ¿PIANTE E MITOLOGIA - PINO🌿ðŸŽ
- Lotus Erboristeria
- 8 apr 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 23 giu 2023

PINO – PITIS, PAN E BOREA/ ATTIS E CIBELE O ATTIS E AGDISTIS (Ovidio – Metamorfosi Libro X vv. 99-105)
Come per il fiordaliso, anche per il pino esistono due miti diversi.
Il primo mito vede come protagonisti la ninfa Pitis, il dio Pan e il dio Borea (esatto, lo stesso del mito dell’anemone). Pitis era contesa dai due pretendenti (Pan e Borea), tra i due la ninfa scelse Pan visto che ne era innamorata. Borea infuriato, non accettando il rifiuto, soffiò talmente forte che fece precipitare da una scogliera la disgraziata Pitis. Gea, assistendo alla tragica fine della ninfa, per pietà la trasformò in un pino. Quando, con l’arrivo della stagione fredda soffia implacabile Borea, dalla corteccia di pino ancora sgorgano le lacrime di Pitis sottoforma di resina.
Il secondo mito non è altrettanto semplice come il primo e si divide in due versioni, che divergono sul fatto che in una Attis è l’amante di Agdistis e nell’altra è di Cibele. Ma è meglio se iniziamo dall’inizio…
Zeus cercava in ogni modo di possedere e fecondare la frigia dea Cibele ma ella non ne voleva sapere, tanto da sottrarsi al seme di Zeus che cadde a terra. Dalla terra feconda nacque l’ermafrodito Agdistis, che domostrò un animo violento e malvagio continuando a usare prepotenza su tutti gli dèi. Dioniso, esasperato, escogitò un tranello per vendicarsi di tutti gli oltraggi subiti. Dioniso portò in dono del vino ad Agdistis e gli propose di andare a bere sulla cima di un albero. Ubriaco, Agdistis si addormentò su un ramo. Dioniso, sfruttando l’occasione, gli legò i genitali al ramo e poi scosse l’albero violentemente. Svegliatosi bruscamente, Agdistis precipitò dal ramo, si strappò di netto i genitali e morì dissanguato. Dal sangue caduto a terra nacque un albero di melograno.
Vicino a quell’albero, carico di succosi frutti scarlatti, passò Nana figlia del fiume Sangarios che scorreva lì vicino. Alla giovane bastò solo sfiorare i frutti per rimanere incinta di Agdistis. Da Nana nacque Attis.
Da qui il mito ha due versioni, direi una più incasinata dell’altra…
La prima versione, che poi fu accantonata, racconta che Attis divenne compagno di caccia di Agdisis (l’ermafrodito di prima, ma a questo punto direi che è donna) ed amante. Il re Mida di Pessinunte promise in sposa al bel Attis sua figlia. Durante il banchetto nuziale si presentò l’infuriata Agdisis che fece impazzire la sposa portandola a tagliarsi i seni. Attis, sconvolto dalla vicenda, si evirò sotto un albero di pino e consegnò i suoi gioielli di famiglia all’ex amante in segno di riscatto per il suo tradimento. La sposa, dopo essersi tagliata i seni, si uccise gettandosi sul cadavere di Attis.
L’altra versione del mito vede invischiato Attis con Cibele.
Cibele era pazza d’amore per Attis, suonava la lira in suo onore e gli regalava meravigliosi amplessi. Attis però s’innamorò della figlia del re Mida e decise di sposarla. A Cibele non sfuggì il tradimento del suo amato e si presentò alla cerimonia nuziale fumante di rabbia come non mai. Fece impazzire il povero Attis che rinunciò al matrimonio e si evirò morendo dissanguato all’ombra di un pino. Da ogni goccia di sangue che bagnava la terra sbocciò un fiore di viola. Cibele, addolorata per la perdita del suo amante, trasformò il suo corpo in un pino sacro e, per intercessione di Zeus, ottenne che il corpo di Attis non marcisse, che i capelli continuassero a crescere e che potesse muovere il dito mignolo. Cibele diede poi sepoltura ai genitali così Attis diventò il dio della vegetazione che sboccia in primavera dopo della sospensione della vita durante l’inverno.
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