NARCISO – NARCISSUS ED ECHO
Ovidio – Metamorfosi Libro III
Il mito di Narciso è uno dei più conosciuti ma, forse, non tutti sanno come ebbe inizio la storia. Allora, eccola!
Cefiso, divinità fluviale figlio di Oceano e Teti, s’innamorò della naiade Liroppe. Sapete come fece Cefiso a sedurre la ninfa? La circondò con le sue onde e le sue correnti per possederla e dall’unione nacque un bambino di straordinaria bellezza: Narciso.
La madre Lirope era preoccupata per il futuro del figlio, vista la grazia e la bellezza che lo contraddistingueva, quindi decise di recarsi dall’indovino Tiresia. Tra tutti gli indovini egli era il più grande, ma la sorte lo rese cieco perché osò posare i suoi occhi sulle nudità della dea Atena. Questa, dopo averlo punito con la cecità per l’impudenza, gli donò il vaticinio. Tiresia predisse a Liroppe che Narciso avrebbe vissuto a lungo a patto che non avesse mai conosciuto sé stesso. Liroppe se ne andò più confusa di prima (quando mai le profezie sono chiare?) e con il passare degli anni si dimenticò pure della profezia.
Narciso intanto cresceva e, di pari passo, anche la sua raffinata bellezza. Sia uomini sia donne s’innamoravano di lui, ma egli rifiutava ogni genere di attenzioni. Il problema è che Narciso non era solo bello, era pure insensibile e vanitoso. Pensate, un giorno regalò una spada ad un suo spasimante, un certo Aminio, e gli chiese di uccidersi. Il ragazzo, da quanto era innamorato, si trafisse il cuore davanti alla soglia di casa di Narciso.
Il giorno in cui Eco vide tra i monti Narciso durante una battuta di caccia, dà il via alla nefasta rovina dei due. Eco era desiderosa di rivolgere la parola al giovane di cui si era follemente innamorata a prima vista, ma era incapace di farlo. No, non c’entrano nulla i balbettii vari per la timidezza. Eco riusciva a ripetere solo le ultime parole udite per punizione. Era la punì perché aveva osato distrarla con lunghi discorsi per coprire i sollazzi del marito Zeus con le amanti.
Detto ciò, quando il simpatico Narciso si perse tra i boschi e iniziò a gridare aiuto, Eco decise di uscire allo scoperto per aiutare l’amato. Lui continuava a blaterare e a fare domande ma la povera ragazza poteva solo ripetere ciò che lui diceva. Ad un certo punto Eco si avvicinò al giovane per farsi abbracciare e per offrirsi come dono d’amore. Credete che Narciso abbia accettato Eco? Macché, la allontanò malamente e fuggì inorridito.
Eco avvilita e con il cuore infranto, scappò nel bosco e vagò sola. Ma la mente della ninfa aveva un solo pensiero fisso: la passione per Narciso. Una passione che con il passare del tempo divenne sempre più struggente, al punto che Eco si dimenticò di vivere e il suo corpo iniziò velocemente a deperirsi finché di lei non rimase solo la voce.
Il giovane dal cuore di pietra nulla poté per scampare alla punizione di Nemesi, dea della vendetta. Mentre Narciso vagava nel bosco si sporse per bere in un laghetto, Nemesi fece sì che egli vedesse per la prima volta la sua immagine riflessa. Subito il cuore del giovane iniziò a palpitare e s’innamorò di quel volto, che altro non era il suo. Narciso continuava a toccare l’acqua per sfiorare quel volto, ma appena immergeva le mani il riflesso scompariva dalla superficie. Il giovane rimase giorni e giorni presso il laghetto a rimirarsi alla fin fine, finché non morì di stenti. Quando le naiadi e le driadi andarono a prendere il corpo per deporlo sulla pira funebre, trovarono al suo posto uno splendido fiore bianco: il narciso.
Nonostante la morte, durante l’attraversata dello Stige, Narciso si sporse sulle acque nere del fiume infernale per ammirare per l’ultima volta il volto amato.
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