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Immagine del redattoreLotus Erboristeria

🎭🌿PIANTE E MITOLOGIA - ROSMARINO E GIRASOLE🌿🎭


ROSMARINO e GIRASOLE – APOLLO, LEUCOTOE E CLIZIA (Ovidio – Metamorfosi Libro IV vv. 190-255, 234-237, 254-270)


“Illa suum, quamvis radice tenetur,

vertitur ad Solem mutataque servat amorem”


Il mito del girasole, e di Clizia da cui deriva, è intrecciato a quello della pianta di rosmarino e quindi di Leucotoe. Siamo di fronte ad un triangolo amoroso in piena regola!

Tutto iniziò quando Apollo, sì ancora lui, decise bene di fare la spia. Spiattellò al dio Vulcano che sua moglie, Venere, lo cornificava con il dio Marte. Venere, non potendo tollerare l’offesa subita dal dio del sole, andò su tutte le furie e sapere che cosa fece? Si vendicò, mi pare ovvio!

Vista la sfiga in amore che perseguitava Apollo, perché non sfruttare la cosa?

Venere fece in modo, quindi, che tutte le attenzioni del Febo si sarebbero rivolte esclusivamente a Leucotoe (altra disgraziata ragazza, alla stregua di Dafne) suscitando l’invidia della schiera di amanti del dio.

Apollo perse la testa. Per contemplare più a lungo possibile Leucotoe, il sole iniziò a sorgere prima e a tramontare più tardi sconvolgendo l’ordine naturale delle cose. La luce irradiata dal sole addirittura impallidì da tutto l’amore che sgorgava dallo spirito innamorato di Apollo, fino ad eclissarsi e sparire terrorizzando gli uomini.

In questo marasma la ninfa Clizia, che prima della vendetta di Venere era l’amante esclusiva di Apollo, è disperata per il tradimento e continua, invano, a desiderare i caldi abbracci del suo amante.

Un giorno Apollo, lasciati i cavalli stremati a pascolare nei campi sotto il cielo dell’Esperia, penetrò nelle stanze di Leucotoe con le sembianze della madre di lei e fece allontanare le ancelle. Quando Apollo si rivelò nella sua sfolgorante persona, la ragazza non poté non soccombere al desiderio del dio e si lasciò possedere senza lamentarsi.

Il rancore e la gelosia portarono Clizia a vendicarsi (tanto per cambiare) diffondendo la notizia della tresca, che arrivò fino alle orecchie di Orcamo padre di Leucotoe. Il re adirato, decise di seppellire la figlia viva. Il triste Apollo continua a deviare i raggi del sole sulla tomba della povera Leucotoe e dalle spoglie della giovane nacque una profumata piantina con foglioline sottili e fiori azzurro-violaceo. Questa pianta, il rosmarino, si ergeva al cielo con animo libero continuando però a rimanere legata alla terra da tenaci radici.

Apollo, perduto quello che credeva essere il suo amore, tagliò tutti i ponti con Clizia. La ninfa, addolorata e delusa dalla sua perdita, pianse inconsolabile per nove lunghi giorni rifiutandosi di nutrirsi e bevendo solo la brina e le sue stesse lacrime. Nonostante il dolore, Clizia non riusciva a rassegnarsi: giorno e notte stava seduta in un campo, con la testa sempre rivolta in alto, a guardare il suo amato Apollo che attraversava il cielo dall’alba al tramonto. Clizia rimase talmente immobile che il suo corpo s’irrigidì e si trasformò in uno stelo sottile ma resistente, i piedi affondarono nella terra e i suoi capelli si trasformarono in una lucente corolla gialla. Anche trasformata in un fiore, Clizia continuava ad inseguire il suo amore volgendosi in base al movimento del sole.

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