Molte sono le piante contenenti fitoestrogeni ma, un po' per scarsità di studi e un po' per "trend" di mercato, da quasi una decina di anni le più rappresentative rimangono la soia, la cimicifuga, il trifoglio rosso, il lino, la liquirizia, il luppolo e il cosiddetto Dong quai o Angelica cinese.
La soia o Glycine max è una pianta appartenente alla famiglia delle Fabaceae utilizzata da sempre nella tradizione orientale fino a che non si è determinato che il contenuto elevato in isoflavoni poteva avere una finalità curativa. Il consumo di proteine della soia ha infatti dimostrato influenza sulle lipoproteine circolanti nel sangue, sui fattori piastrinici di coagulazione oltre logicamente sulla regolazione ormonale degli steroidi femminili.
La cimicifuga o Cimicifuga racemosa o Actea racemosa è una pianta nord americana della famiglia delle Ranuncolaceae utilizzata sin dai Nativi americani come stimolatore del flusso mestruale o in casi di dismenorrea. Dalla sua introduzione in Europa è diventata uno dei rimedi più comuni nella riduzione dei fastidi legati alle vampate da menopausa. Nel 2003 si sono cominciate ad avanzare ipotesi che la sua azione sia legata non all'interazione con i tradizionali recettori degli estrogeni α e β ma con un recettore di minore importanza definito come γ.
Il Trifolium pratense o trifoglio rosso, della famiglia delle Fabaceae, diffuso su tutto il territorio europeo, americano e in parte del medio oriente è il capostipite delle piante a fitoestrogeni in quanto grazie ad esso sono stati cominciati i primi studi a riguardo. Nel 1940, si osservò che, nelle campagne australiane le pecore avevano smesso di figliare. La causa venne individuata nel trifoglio rosso che era diventato, in quei tempi di guerra, elemento esclusivo della loro alimentazione. Si iniziò a parlare di «malattia del trifoglio», infertilità provocata da un eccesso di fitoestrogeni. In quegli stessi anni si scoprirono e sintetizzarono gli ormoni femminili (da parte del tedesco a. Butenandt) e si ipotizzarono le possibili applicazioni terapeutiche del trifoglio rosso, nei disturbi della menopausa, legati alla cessazione della produzione di ormoni da parte delle ovaie femminili: vampate di calore, depressione, osteoporosi, malattie cardiovascolari, iperlipidemie. L'uso è tutt'oggi accuratamente regolato per la presenza di composti cumarinici.
Il lino o Linum usitatissimum della famiglia delle Linaceae è considerato una delle più ricche risorse di lignani fitoestrogeni. Per quanto l'alto contenuto e i molteplici studi ne confermino l'azione nella menopausa tutt'oggi iene preferito l'utilizzo per il suo contenuto di mucillaggini o per gli acidi grassi ottenuti dai semi.
La liquirizia o Glycyrrhiza glabra è una pianta perenne originaria dell'Eurasia (famiglia delle Fabaceae) utilizzata da sempre per le sue proprietà detossificanti e per il suo gusto gradevole. Oltre ad avere un'azione ipertensiva ha attività antiprogestinica.
Dal fiore femminile del luppolo o Humulus lupulus, pianta rampicante della famiglia delle Cannabinaceae, si ottiene una resina con attività sedativa, antiinfiammatoria ed estrogenica per il contenuto in 8-prenylnaringenina, 6- prenylnaringenina, xantounulone e isoxantoumolone. Questi componenti hanno buona affinità per entrabi i recettori estrogenici.
Il Dong quai o Angelica cinese o Angelica sinensis è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Apiaceae utilizzata quasi esclusivamente nella medicina tradizionale cinese riferendosi ad essa come "Ginseng femminile" per dismenorrea, mestruazioni irregolari, anemia e dolori addominali. Si è rivolta attenzione a questa pianta e al suo possibile utilizzo in menopausa negli ultimi anni per il suo contenuto in isoflavoni. Si hanno possibili effetti di fotosensibilizzazione per il contenuto in psoralene.
Per interesse applicativo altre piante a fitoestrogeni: Alfa-alfa (Medicago sativa), ruta comune (Ruta graveolens), menta piperita (Mentha x piperita), serenoa (Serenoa repens), segale (Secale cereale), grano saraceno (Fagopyrum esculentum), riso (Oryza sativa), caffè (Coffea spp.), arachide (Arachis hypogea), etc.